Istruzioni di buon uso degli orologi da polso

1. Note generali

Per iniziare, riportiamo alcune note di carattere generale che risultano sempre essere utili al fine di un corretto utilizzo dell’orologio.

  • Evitare di manomettere l’orologio allo scopo di lucidare la cassa, aprire il fondello, agire sulla meccanica o sul quadrante con strumentazione non idonea e senza adeguata e certificata preparazione
  • Per evitare che l'orologio si graffi eccessivamente sulla cassa e sul bracciale, consigliamo di non indossare l'orologio accanto ai bracciali, che sfregando potrebbero rigare il materiale.
  • Per evitare che l'orologio possa magnetizzarsi e non segnare l'orario corretto, è meglio tenere l'orologio lontano da oggetti con campi magnetici. Nel caso di magnetizzazione è necessario rivolgersi a un orologiaio esperto che risolva il problema con l'utilizzo di macchinari adeguati.
  • Evitare che l'orologio venga a contatto con agenti chimici come solventi, cosmetici, detersivi, vernici, che potrebbero causarne il deterioramento o il presentarsi di scoloriture sulla cassa e sul bracciale.
  • Evitare, ove non specificatamente indicato nella documentazione di vendita, di utilizzare l’orologio a contatto con l’acqua (doccia, lavaggio mani, sport) o immerso in acqua (piscina, mare). 
  • In caso di uso di cinturini in pelle, si suggerisce di evitare l’uso durante la stagione più calda e umida. 
  • Controllare periodicamente l’efficienza del sistema di chiusura del bracciale e l’assenza di parti del bracciale allentate ed a rischio di apertura o rottura per rimozione o spostamento di perni / viti etc.

2. Orologio meccanico a carica manuale

Normalmente alla sera si suggerisce di togliere l’orologio dal polso e di appoggiarlo sul comodino (o comunque su un piano). Adagiare con cura l’orologio orizzontalmente e con il cinturino disteso. Si consiglia di evitare di lasciare l’orologio in equilibrio precario o in posizioni strane che potrebbero influire sulla precisione di marcia e rovinare il cinturino.

Ogni mattina si consiglia di caricare l’orologio (comunque ogni 24 ore), anche se disponiamo di maggiore autonomia (es. 48 o più ore), perché la molla si scarica in modo omogeneo ed ottimale per le prime 18 o 36 ore (a seconda del tipo). Oltre tale tempo, si possono manifestare indesiderate irregolarità di funzionamento e variazioni della costanza di marcia. Se operiamo con queste attenzioni, l’orologio avrà il massimo della carica durante il giorno, quando – indossato – subirà le maggiori sollecitazioni esterne, quali: urti accidentali, movimenti bruschi, vibrazioni, ecc...

L’operazione di carica e dell’eventuale rimessa all’ora richiede qualche accortezza, per il bene del segnatempo.

1) Carica: evitare, come purtroppo fanno molti, di effettuarla ruotando avanti e indietro la corona. Non serve a nulla e contribuisce ad aumentare l’usura del cricchetto e dei minuscoli ingranaggi di carica.
Ruotare quindi la corona solo in avanti e delicatamente, fermandosi non appena si sente resistenza. Se si insiste, fornendo una coppia di carica esagerata all’asse, si provocherà la rottura della molla motrice o degli ingranaggi menzionati, oppure dell'asse stesso. Qualora andasse proprio bene, non potremo evitare di “ribattere”, ovvero di accelerare il bilanciere, sollecitando in modo anomalo l’ancora, le pietre e la ruota di scappamento. Tutto ciò influenzerà negativamente la precisione e la costanza di marcia.

2) Rimessa all’ora: Si eviti assolutamente di operare la corona con l’orologio al polso. Se eventualmente l’orologio è stato già indossato, toglierlo dal polso. Procedendo comunque al polso, si rischia di danneggiare o rompere l’asse di carica perché si vanno ad applicare sollecitazioni non assiali allo stesso e non previste dalla fabbrica costruttrice. E’ particolarmente importante questa avvertenza per gli orologi d’epoca! Attenzione quindi, estrarre la corona di carica con delicatezza e senza forzarla. Tenere saldamente con una mano l’orologio, per evitargli possibili cadute o urti, col dito medio (o indice) e il pollice dell’altra, agendo in contrapposizione, per modulare la forza e i carichi tangenziali, operare l’estrazione. Se si incontrano resistenze, ruotarla di ½ giro o di 1 giro completo, per cercare il miglior allineamento dei denti degli ingranaggi. La corona si estrarrà con facilità. Attenzione anche al gioco o al rapporto di demoltiplica delle ruote sui cui assi sono calettate le lancette, dovuto rispettivamente ad usura (orologi d’epoca in particolare) oppure a scelte tecniche del produttore. In conseguenza di ciò, potrebbe manifestarsi una spiacevole accelerazione o impuntamento della lancetta dei minuti. Toccando la corona, si può così spostare vistosamente la lancetta stessa, rendendo problematica l’accurata regolazione. E’ bene quindi, per evitare l’inconveniente, far oltrepassare alla lancetta la posizione desiderata, retrocedendola poi fino a che indichi l’ora esatta. A volte, se gli attriti interni sono sufficientemente alti, nel fare tale operazione di retrocessione può anche accadere che la lancetta dei secondi si arresti, assieme al bilanciere, fermando l’orologio. Nessun problema. Dopo che è stato accertato quanto sopra, occorrerà tenere nella dovuta considerazione, procedendo come segue: effettuata la carica e la rimessa all’ora esatta se, rilasciando la corona, la lancetta dei secondi (e il bilanciere) non ripartono subito, ruotare senza violenza, in modo orizzontale, da sinistra verso destra l’orologio, dopo aver fatto rientrare la corona in posizione di riposo. In alternativa, si può anche agire con dolcezza sulla corona stessa (rientrata), come nell’atto di carica, con una piccolissima rotazione, rilasciandola subito, per evitare sovratensioni alla molla. Normalmente queste ultime operazioni non sono necessarie, ma sono state lo stesso descritte, perché nel caso ci si accorga che occorre ricorrervi sempre più spesso e che tutto quanto risulta difficoltoso o in genere, sembra che non avvenga in modo corretto, si consiglia di non aspettare a far revisionare l’orologio: si eviteranno sicuramente maggiori costi e dispiaceri dovuti a rotture impreviste.

3) L’orologio indossato: dopo aver caricato e rimesso all’ora (se necessario), finalmente è possibile indossare il segnatempo. Fissare bene l’orologio al polso col suo cinturino (o col bracciale metallico). Non stringerlo troppo, per evitare al cinturino un logorio prematuro (attenzione così facendo: pericolo di rottura del cinturino, della fibbia (ardiglione), uscita o rottura delle anse di fermo, con l’ovvia caduta improvvisa e la possibile perdita dell’orologio.) Si suggerisce di non tirar mai in modo eccessivo il cinturino, anche per allacciarlo. Non si consiglia però nemmeno di tenerlo troppo lento, per evitargli torsioni, continue trazioni, urti e vibrazioni indesiderate (nel bracciale metallico, questo è il modo migliore per danneggiarlo e provocare l’allentamento delle maglie e quindi giochi che compromettono anche i perni). 

Le operazioni descritte, anche se possono sembrare banali non lo sono per nulla. Ricordiamo che basta a volte solo un po’ di buon senso e un minimo di cura per perpetrare a lungo nel tempo la corretta funzionalità dell’orologio che usiamo.

3. Orologio automatico

I primi orologi automatici erano “calibri” da tasca che si ricaricavano tramite una massa oscillante attivata dalla deambulazione del proprietario e/o dall’estrazione e rimessa nel taschino stesso dopo la consultazione dell’ora. E’ ovvio che l’autonomia di tali orologi lasciava a desiderare e bisognava provvedere spesso “aiutando” il sistema di ricarica a realizzare il suo compito.

Oggi nei moderni orologi da polso la massa oscillante non esiste più. E’ sostituita dalla più efficace massa rotante a forma di settore circolare. Ad ogni movimento del polso, la massa ruota attorno al proprio asse e, attraverso una serie di ingranaggi aggiunti, trasmette la sua energia al bariletto della molla di carica. Onde evitare sovraccarichi o rotture, dovuti ad eccessi di carica, la molla è dotata di un dispositivo che limita la ricarica stessa. 

Esistono essenzialmente due sistemi di ricarica. Essi sono:

Monodirezionale - il rotore ricarica la molla motrice con rotazione utile in un senso solo, mentre nell’altro gira a vuoto.

Bidirezionale - il rotore ricarica con rotazione utile in entrambi i sensi, grazie all’inserimento di ingranaggi invertitori.

Per quanto attiene il tempo in cui si indossa l’orologio, la misura dello stesso non dà la risposta definitiva, essendo la ricarica completa dell’automatico anche in relazione al tipo di attività fisica che svolge il proprietario. In parole povere è fin troppo ovvio che un automatico al polso attivo del tennista mentre svolge la sua attività, raggiungerà la sua carica massima in molto minor tempo di quello che sta al polso di un impiegato, fermo davanti alla sua scrivania per 8 ore, o quasi...

Parlando dei sistemi di ricarica, occorre inoltre far maggior chiarezza e dire che entrambe le scelte riguardanti i sistemi hanno dei pro e dei contro. La ricarica bidirezionale è senz’altro più efficace della monodirezionale perché sfrutta ogni movimento del rotore in entrambe le direzioni, però è più costosa da realizzare. Non è detto che sia la migliore in ogni condizione, altrimenti si sarebbe comunque imposta sull’altra (vedi gli altri sistemi ora obsoleti). A parità di massa del rotore infatti, il tennista dell’esempio di prima, col sistema bidirezionale impartirebbe una ricarica addirittura eccessiva al suo orologio, costringendo la molla motrice ad uno slittamento frequente all’interno del bariletto. Col sistema monodirezionale l'usura sarebbe inferiore, anche se la ricarica sarà sempre piuttosto energica! Allora ci dobbiamo chiedere: quale tipo di ricarica avrà l'orologio del nostro amico tennista e quale frequenza avrà il suo movimento? E’ importante saperlo, se vogliamo avvicinarci a come vanno le cose in realtà: Se il bilanciere oscilla a 36.000 A/h, ovvero la massima frequenza oggi in commercio negli orologi automatici, dobbiamo dire che, con entrambi i sistemi di ricarica, l’orologio sarà sicuramente sempre al massimo delle sue “forze”. Ma lo stesso orologio, trasferito al polso dell’impiegato (o comunque di chi non fa molta attività fisica), avrà invece più probabilità di fermarsi improvvisamente per mancanza di energia e percentualmente più con un sistema, rispetto all'altro! Volendo sorvolare su ogni ulteriore considerazione, la conclusione più spicciola è: chi svolge attività sedentaria o scarsa attività fisica in generale, con pochi movimenti del polso e vuole utilizzare un automatico, per evitare di averlo frequentemente scarico, è bene che si orienti sul movimento che adotta la ricarica bidirezionale e il cui bilanciere non abbia una frequenza molto alta di oscillazione. Dovrà quindi cercare sul mercato un tale tipo di orologio, dovrà farsi spiegare correttamente le caratteristiche tecniche e anche garantire la sua autonomia minima.

Riassumiamo le principali variabili tecniche che influenzano la corretta ricarica dell’orologio automatico. Esse sono:

  • Tipologia di ricarica adottata
  • Tipologia del movimento e sue complicazioni (che assorbono energia per funzionare...)
  • Frequenza/alternanze del bilanciere (più elevate sono, più è “dura” da ricaricare la molla motrice, per far fronte al maggior consumo energetico)
  • Stato di usura del movimento, sua corretta lubrificazione, manutenzione ed eventuali possibili difetti congeniti

Conoscendo esattamente quanto sopra, occorre aggiungere variabili non ben determinabili quali Il tipo di attività del proprietario dell’orologio, la frequenza dei movimenti e l’accelerazione degli stessi, compiuti dal suo polso.

Occorre anche sapere poi:

  • Che non esiste un orologio automatico che non possa scaricarsi mai
  • Che ogni orologio meccanico, pur se la costruzione oggi è altamente automatizzata, può differire dal suo simile anche lievemente ma, questo può fare già la differenza

Per completare il quadro faremo accenno anche alla soluzione della ricarica manuale. Consigliamo di procedere in tal senso (solo se indispensabile) con la massima prudenza e vi spieghiamo i motivi. Il meccanismo automatico, di solito, non gradisce molto tale operazione perché i piccoli ingranaggi deputati alla ricarica, che sono ampiamente dimensionati nel manuale, sono molto più sottili nel calibro automatico, delicati e comunque non atti a trasmettere coppie di sforzo alte e a sopportare continui stress provocati dalla rotazione manuale della corona, aggravati anche dalle possibili torsioni dell’albero di carica!
Attenzione quindi! Occorre evitare rotture o spiacevoli bloccaggi, sempre in agguato. La loro costosa riparazione farà seriamente riflettere se ne valeva veramente la pena! Quindi si sconsiglia di utilizzare come abituale tale sistema. 

Per concludere, le ultime considerazioni:

  • E’ cosa comune possedere più di un orologio automatico e certamente non è usuale e consigliabile usarne al polso più di uno contemporaneamente.
  • Gli automatici complicati inoltre, è bene che non si fermino per lunghi periodi, data la loro complessità di regolazione dopo l’arresto. In genere, se l’orologio sta molto tempo fermo, può accusare in seguito, maggiori difficoltà di precisa e stabile marcia e anche maggior usura. Ciò può a prima vista sembrare impossibile ma, occorre sempre ricordare che il movimento, per funzionare correttamente, deve avere i più bassi attriti interni. Per rendere possibile questo, vengono utilizzati dalle case, lubrificanti speciali, il progressivo degrado dei quali, dovuto per esempio al non utilizzo, contribuisce ad alterare la qualità generale di marcia, senza voler scendere in ulteriori dettagli...

Quando qualcuno ci dice che il suo automatico improvvisamente non marcia più con la precisione originale, per un utilizzo discontinuo, le cause probabili sono da ricercarsi in quanto esposto.

4. Orologio automatico con data

In aggiunta a quanto sopra esposto, si ricorda che è da evitare la rimessa rapida della data (ove presente) se l’orologio indica un orario compreso tra le 20:00 e le 02:00. Si suggerisce di far procedere manualmente l’orario fino a che l’indicazione del tempo è intorno alle 12:00, dopo ché si potrà agire sulla regolazione rapida della data senza incorrere in problemi.

5. Cronografo meccanico

Nel caso dei cronografi meccanici, siano essi automatici oppure a carica manuale, si suggerisce sempre di evitare l’azionamento della cronografia con la meccanica scarica. Nel caso il cronografo sia a carica manuale, settare l’orario mediante la corona, rimettere la corona in posizione chiusa e procedere con la carica manuale con le accortezze esposte nei precedenti capitoli.

Una volta che l’orologio sarà in marcia ed indicherà correttamente l’orario, potrà essere azionata la cronografia mediante l’utilizzo degli appositi pulsanti di start/stop/reset, variabili per numero e posizione in base alle meccaniche montate sul cronografo. Si sconsiglia vivamente di azionare ripetutamente la cronografia con cicli susseguenti di start/stop/reset.

6. Orologio/cronografo con corona/pulsanti a vite

Nel caso in cui l’orologio sia dotato di corona e/o pulsanti a vite, è evidentemente essenziale che dopo l’utilizzo della corona di carica per carica e/o per settaggio dell’ora, la corona sia correttamente riavvitata sul tubo e non resti in posizione aperta svitata.

Medesima nota vale per i pulsanti della cronografia, nel caso in cui questi siano della tipologia avvitata e quindi necessitino di essere prima svitati per poi essere azionati.

7. Orologio con calendario completo

Nel caso in cui l’orologio sia dotato di calendario completo, con indicazione di giorno / mese / numero del mese, porre sempre attenzione nell’utilizzare i correttori/pulsanti eventualmente presenti per il settaggio avendo l’accortezza di settare prima l’orario dell’orologio lontano dal cambio automatico della data tra le 22:00 e le 02:00 (quindi diciamo intorno alle ore 12:00).

8. Orologi al quarzo

Nel caso in cui l’orologio sia dotato di movimento al quarzo, avere l’accortezza di richiedere la sostituzione della batteria non appena si manifestano problemi di tenuta del tempo o di funzionamento dell’orologio. Non lasciare per lungo tempo l’orologio in condizioni non funzionanti con all’interno la batteria esaurita.

9. Orologi meccanici con calendario perpetuo 

Nel caso in cui l’orologio sia dotato di calendario perpetuo, con indicazione di giorno / mese / numero del mese/anno ordinario o bisestile, porre sempre attenzione nell’utilizzare i correttori/pulsanti eventualmente presenti per il settaggio avendo l’accortezza di settare prima l’orario dell’orologio lontano dal cambio automatico della data tra le 22:00 e le 02:00 (quindi diciamo intorno alle ore 12:00).

10. Magnetismo

I campi magnetici possono essere nocivi al corretto funzionamento delle meccaniche degli orologi. Normalmente diciamo che la marcia di un buon orologio non è sensibilmente influenzata da campi magnetici che non superino i 30 oersted. Purtroppo l'esposizione per un breve istante è a volte sufficiente a magnetizzare l'orologio, col risultato che la sua marcia diviene all'improvviso "disordinata" senza un motivo apparente!

Attenzione: gli altoparlanti in funzione di un piccolo apparecchio radio (registratori, televisori portatili e simili) oltrepassano i 100 oersted, gli auricolari telefonici sono a 40, i piccoli apparecchi elettrici domestici (phon, frullini, rasoi, etc...) arrivano a 40/50 in prossimità dei collettori dei motori... Fortunatamente gli apparecchi più grandi quali: aspirapolvere, radio, televisori, ecc.. sono meno dannosi perché meglio protetti e i loro elettromagneti sono più lontani.

Riassumendo: gli oggetti più pericolosi sono quelli che possiedono magneti permanenti e sorgenti di campi magnetici aperti. Non sottovalutate le chiusure magnetiche delle porte dei frigoriferi, di certi armadi o mobili vari (che spesso vengono aperte e chiuse con la mano in cui si indossa l'orologio, portandolo pericolosamente vicino se non addirittura a contatto con le stesse). Persino alcuni giocattoli per bambini sono potenzialmente pericolosi! I campi magnetici dei magneti liberi raggiungono intensità di parecchie centinaia di oersted, a seconda delle dimensioni e della potenza.

E' chiaro a questo punto quali e quanti sono i potenziali fattori di pericolo a cui sottoponiamo (senza volerlo o senza saperlo) i nostri amati orologi nella vita quotidiana. I fabbricanti sono adesso a conoscenza di tutto questo e sia i materiali usati, sia le protezioni adottate nella cassa, ne tengono conto. Gli orologi d’epoca, invece, risentono facilmente delle problematiche di magnetizzazione, ad eccezione di rarissimi e speciali casi.

11. Accelerazioni ed urti

Gli urti e le accelerazioni a volte molto violente, sono abbastanza frequenti e sono spesso inconsapevoli.
Pensiamo a quando applaudiamo, battiamo le mani o i pugni, urtiamo contro altri oggetti, quando posiamo l'orologio senza riguardo su di un mobile, ecc... A tutto questo aggiungiamo le cadute accidentali e il quadro si aggrava.

Gli orologi meccanici, in particolar modo quelli d'epoca, non sono concepiti per avere sistemi di assorbimento efficiente degli urti. Occorre quindi avere la massima attenzione onde evitare situazioni di rischio nei confronti di urti e cadute accidentali.