Il 17 luglio 2025 ricorrerà il cinquantesimo anniversario della missione Apollo-Soyuz .
Unico momento di distensione, in ottanta anni di contrapposizione, delle due potenze USA/URSS.
Il momento socio-politico odierno, caratterizzato da nuovi conflitti e nuove paure ci riporta a quella che sembrava ormai una storia chiusa o almeno sopita.
Il mondo è stato diviso in due blocchi, per quasi cinquanta anni, con l'ombra costante di un conflitto atomico.
La guerra fredda, mai come oggi, seppur con scenari e protagonisti diversi, è tornata d'attualità (purtroppo).

La " Guerra Fredda " è durata dalla fine della seconda guerra mondiale fino al 1991, Stati Uniti e Unione Sovietica si sono sfidati su tutti i livelli e in quegli anni non c'era evento internazionale che non fosse influenzato, in modo più o meno diretto, dalla loro contrapposizione, fra questi anche la conquista dello spazio . Il confronto è terminato solo quando una delle due potenze, l'URSS, é decaduta.
La Guerra Fredda è stata il confronto politico, economico, ideologico e militare che ha contrapposto gli Stati Uniti e l' Unione Sovietica tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e l'inizio degli anni '90. Il termine “fredda”, all'interno dell'espressione "Guerra fredda", fa riferimento al fatto che non vi sia stato uno vero e proprio scontro militare diretto tra le due parti.
La corsa allo spazio iniziò nel 1957, quando l' URSS mise in orbita il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1. Stati Uniti e Unione Sovietica, partendo dalla tecnologia missilistica sviluppata dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, fecero a gara a chi raggiungeva per primo “traguardi spaziali”. I due Paesi investono enormi risorse nelle missioni oltre l'atmosfera terrestre, perché, nelle dinamiche della Guerra Fredda, primeggiare nella corsa allo spazio era considerato un obiettivo irrinunciabile.

Il Programma test Apollo-Sojuz (ASTP) fu la prima collaborazione tra gli Stati Uniti d'America e l'Unione Sovietica nel settore dei voli nello spazio. Il 17 luglio 1975 , una navicella spaziale del programma Apollo e una capsula Sojuz si agganciarono nell'orbita intorno alla Terra, consentendo ai due equipaggi di potersi trasferire da una navicella spaziale verso l'altra.
In una prima fase prevalse l'URSS, che riuscì a raggiungere traguardi importanti, come il lancio del primo uomo nello spazio, ma in seguito gli Stati Uniti recuperarono terreno e sconfissero i rivali nell'obiettivo di mandare una missione umana sulla Luna e farla tornare sana e salva sulla Terra nel 1969.

Tale missione significava un taglio netto con il passato, che era stato caratterizzato da una vera e propria gara verso lo spazio. In pratica la missione fu frutto della prima collaborazione tra i due programmi spaziali delle due superpotenze che fino a tale momento era meramente caratterizzato dalla concorrenza dell'uno contro l'altro. La tecnica missilistica era diventata una base fondamentale della corsa all'armamento (anche di carattere atomico) e pertanto la collaborazione pacifica nello spazio fu un chiaro segnale politico della volontà di pace reciproca.
La missione Astp fu probabilmente l'atto finale della cosiddetta “Guerra Fredda”: mostrerò al mondo che due nazioni nemiche potevano anche collaborare con successo a un progetto straordinario. Purtroppo subito dopo iniziò un periodo di deterioramento nei loro rapporti a causa di alcuni eventi internazionali (ad esempio guerra sovietica in Afganistan, Polonia). Dovettero passare 18 anni per l'inizio di una nuova collaborazione (il programma Shuttle-Mir, annunciato nel 1993), preludio alla costruzione della Stazione spaziale internazionale (Iss) , primo progetto spaziale a livello planetario (è d'obbligo ricordare che il 50 per cento dei moduli della Iss sono stati costruiti in Italia). Tutto è comunque riconducibile al programma Astp, in cui vennero definite le procedure di collaborazione e si crearono gli agganci (fondamentali, perché basati sulla stima e il rispetto reciproco) tra persone chiave nell'Unione Sovietica e persone chiave negli Stati Uniti.

Tornando alla missione Apollo/Soyuz, quando i Comandanti Stafford e Leonov si abbracciano e si strinsero la mano, indossavano (come gli altri membri degli equipaggi) I' OMEGA Speedmaster , che segnava rispettivamente l'ora di Houston e quella di Baikonur .

Poco dopo la missione, lo Speedmaster ha diventó l'orologio ufficiale anche dell'agenzia spaziale russa , sulla scia della certificazione concessa dalla NASA dieci anni prima. Oggi il modello è ancora ampiamente presente al polso di astronauti e cosmonauti sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Questo orologio fu prodotto per commemorare uno dei più significativi eventi nella storia spaziale, appunto la missione Apollo-Soyuz, che fu il primo esempio di collaborazione fra missioni Americane e Sovietiche. Questa storica missione fu presa in esame inizialmente nel 1972 e segnò un punto determinante dell'allora guerra fredda. Prima di questa missione l'Agenzia Spaziale Sovietica utilizzò una moltitudine di orologi per le proprie missioni, in ogni modo un coraggioso dirigente Omega disse ai Cosmonauti che “se avrebbero voluto essere in orario per l'appuntamento spaziale con l'altra navicella avrebbero dovuto indossare entrambi gli orologi identici”.
L' Apollo-Soyuz-ITA è una serie limitata a 500 esemplari al mondo e ha un bel pò di particolarità:
- Logo della missione alle ore 12 sul quadrante

-i seriali movimento, riconosciuti da Omega, sono compresi tra i numeri 39.180.000 e 39.181.000.

- Per la prima volta Omega rinuncia a indicare la solita scritta sul quadrante " Speedmaster "

- I pulsanti a pompa misurano 5.5mm, più grandi quindi rispetto a quelli dei normali Professional che misurano 5mm e leggermente più incassati. Ovviamente anche gli alloggiamenti dei pulsanti sono di una dimensione maggiore dove ospitare questi pulsanti sovradimensionati.

- nel fondello è inciso il modulo lunare ed il numero progressivo del numero di serie di appartenenza

- Il bracciale ha la ref. 1168 ed i finali sono punzonati con il n° 633 (ricorda l'Oyster di Rolex)

Esistono orologi Omega Speedmaster Soyuz con numero di movimento al di fuori del lotto riconosciuto da Omega.
Il numero di questi out Bach sembra corrispondere a circa 150 esemplari, che sembrano furono assemblati dalla ditta De Marchi di Torino con pezzi originali e su licenza Omega.
Il numero di questi out Bach sembra corrispondere a circa 150 esemplari, che sembrano furono assemblati dalla ditta De Marchi di Torino con pezzi originali e su licenza Omega.
Queste informazioni però non sono state mai confermate da Omega che anzi sconosce, come propria produzione, questi esemplari .
Non avendo conferma dalla Casa Madre i collezionisti/puristi Omega dovranno come “ veri ” Soyuz esclusivamente quelli con movimento rientrante nel lotto suddetto.
L' Apollo Soyuz è tra i più importanti orologi costruiti da Omega e tra i più desiderabili dai collezionisti di vintage.
L'Apollo Soyuz, è inoltre, un orologio che ha dato tanta soddisfazione anche dal punto di vista di valutazione, vedendo le sue quote salire continuamente ad ogni nuova asta importante.

